Rispetto al primo trimestre del 2000 vi sono invece negli indicatori andamenti differenziati, che in sintesi rappresentano una situazione di stasi, con l’eccezione della produzione.
Pertanto, i risultati del I trimestre 2001 testimoniano un rallentamento nel ritmo di crescita, ed una sostanziale conferma della situazione dell’industria regionale di un anno fa.
I principali indicatori tendenziali (che confrontano il trimestre considerato con lo stesso periodo del 2000) ad inizio del 2001 segnano le tendenze seguenti.
La produzione continua a crescere con un buon +19,4% e le vendite complessive diminuiscono di poco (-0,2%), per effetto dell’incremento delle vendite all’estero (+3,1%) e della diminuzione nelle vendite in Italia (-3,6%). Può destare preoccupazione il fatto che il mercato interno riproponga una dinamica negativa più volte riscontrata e che, per le vendite all’estero, l’incremento è inferiore ai precedenti.
Un riscontro positivo si ottiene dalla stabilità dell’occupazione, con l’aumento dello 0,8% che conferma le precedenti rilevazioni.
Sotto il profilo congiunturale (rispetto, cioè, al trimestre precedente): la produzione è sostanzialmente stabile (+0,4%), mentre le vendite in Italia diminuiscono del 6,1% ed all’estero del 5,9%.
Ciò conferma le incertezze del mercato nazionale e introduce sintomi di debolezza delle vendite sui mercati esteri. Un andamento che attenua sensibilmente, all’inizio del 2001, i segnali positivi dell’anno precedente, testimoniando un rallentamento che si riscontra anche a livello nazionale.
Sotto il profilo degli ulteriori indicatori, segnali positivi provengono dai nuovi ordini (+3,1% congiunturale e +10,5% tendenziale) e dall’87% dell’utilizzazione degli impianti.
Infine, si registrano con qualche preoccupazione gli andamenti dei prezzi dei materiali che crescono il doppio di quelli dei prodotti finiti (rispettivamente 5,3% e 2,7% tendenziali).
A livello di settori, “Siderurgia”, “Legno”, “Meccaniche” e “Alimentari”, cioè il tessuto forte dell’industria regionale, presentano elementi di criticità nelle vendite in linea con l’andamento generale.
Sotto il profilo territoriale, diffuse criticità compaiono in tutte le province.
Per quanto riguarda le previsioni di breve periodo si riscontra l’attenuazione del clima di fiducia che caratterizzava le indagini precedenti. Calano infatti le attese di aumento dal 56 al 48% circa per la produzione, dal 59 al 53% per la domanda estera, dal 33 al 24% per l’occupazione, mentre rimangono stabili (40% circa) per la domanda interna.