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  • INDAGINE CONGIUNTURALE

    4° trimestre 2010

    I principali indicatori dello stato di salute dell’industria regionale, rilevati dall’indagine congiunturale trimestrale della Confindustria Friuli Venezia Giulia alla fine del quarto trimestre del 2010, su un ampio e significativo campione di imprese del proprio sistema associativo, sono caratterizzati dalla quasi totalità dei segni positivi dei loro valori, sia nel confronto con i risultati del trimestre precedente, che nel confronto con quelli rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente.

    Il quadro generale appare quindi confortante, ma è comunque opportuno rilevare, per quanto riguarda il paragone con il terzo trimestre, che i miglioramenti registrati possono considerarsi del tutto fisiologici in quanto rappresentativi della ripresa produttiva dopo la pausa estiva; ripresa produttiva che, peraltro, non è riuscita a rallentare il trend negativo dell’occupazione ( unico indicatore congiunturale di segno negativo ). Gli indicatori tendenziali risultano invece tutti positivi, ma con valori, nella maggior parte dei casi, inferiori a quelli registrati nella precedente indagine.

    L’ esame complessivo dei risultati che la presente indagine evidenzia ci consente di concludere che l’ industria regionale nell’ultima fase dell’anno appena trascorso ha proseguito, ma con molta lentezza e con qualche segno di debolezza, il percorso di risalita iniziato, con qualche intoppo, tra l’autunno e l’inverno del 2009.


    Entrando nel dettaglio dei valori assunti dai principali indicatori congiunturali (che evidenziano le variazioni rispetto al trimestre precedente) si vede che nel quarto trimestre 2010 :
    La Produzione riprende quota dopo il rallentamento estivo portandosi a +4,7%; analogo andamento presentano le Vendite Totali che salgono dal precedente -3,1% a +10,4%; risultato raggiunto grazie alla buona performance delle Vendite Italia (da -10,8 a +12,8%) e della altrettanto significativa crescita delle Vendite Estero (da +3,2 a +9,2%) tenuto conto che si erano mantenute positive anche durante la pausa estiva.
    L’ Occupazione, come si è detto, è l’unico indicatore, tra quelli rilevati, a presentare un andamento in discesa passando da valori leggermente positivi (+0,2%) al di sotto dello zero (-0,5%).

    Per quanto riguarda il dettaglio dei principali indicatori tendenziali (che confrontano i risultati del trimestre in esame con quelli dello stesso trimestre dell’anno precedente) si evidenzia che:
    La Produzione presenta un andamento decrescente, ma si mantiene comunque largamente positiva passando dal precedente valore di +15,2% a +9,0%; le Vendite totali si presentano con un buon +12,8% pur perdendo circa due punti e mezzo rispetto alla precedente rilevazione; questo calo risulta determinato dalle Vendite Estero, che scendono da +27,2% a +20,4%, mentre le Vendite Italia salgono di poco portandosi a +1,9%.

    A riguardo degli altri indicatori esaminati si può rilevare il buon recupero del valore congiunturale (+9,8%) dei Nuovi Ordini; i quali nel confronto tendenziale si mantengono, invece, praticamente costanti (dal precedente +17,8 a +17,3%). Meno positivo si presenta il quadro dei prezzi; infatti, mentre cresce di molto rispetto all’anno precedente il Costo dei materiali (+11,6%), si mantiene praticamente costante il Prezzo dei prodotti finiti (+0,8%), il che, naturalmente, va ad incidere negativamente sul reddito d’impresa.

    Per quanto riguarda i più significativi settori produttivi, rispetto all’andamento generale sopra esaminato, nel confronto tendenziale, la Meccanica presenta una performance leggermente negativa sul mercato interno, mentre il Legno rallenta nella Produzione.

    Alla fine di un 2010 caratterizzato dalla lenta ed incerta ripresa economica rispetto al difficile anno precedente, le previsioni di breve periodo degli operatori industriali non appaiono del tutto omogenee. Infatti mentre risultano significativamente positive le aspettative relative all’aumento della Produzione e delle Vendite sia sul mercato interno che sui mercati esteri, sono invece orientate al pessimismo quelle relative alla Occupazione (soltanto il 2,4% degli intervistati ne prevede un aumento, contro il quasi 12% che ne prevede la diminuzione).
    La previsione più ottimistica, da evidenziare, riguarda la Domanda Estera per la quale quasi il 40% degli intervistati crede in un aumento, contro soltanto il 5% che la vede in diminuzione.
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