Con il Decreto legislativo n. 532/1999 il Governo, in ottemperanza alla Direttiva comunitaria n. 104/1993 ha emanato una disciplina organica del lavoro notturno.

Per quanto riguarda il settore metalmeccanico e della installazione di impianti si sottolinea come i contratti collettivi nazionali succedutisi nel tempo, a partire dal C.c.n.l. 25 giugno 1948, hanno sempre preso in considerazione il lavoro notturno solamente ai fini del riconoscimento di maggiorazioni retributive.

Infatti, per la categoria operaia il 9° comma dell’art. 8, disciplina speciale, parte prima, stabilisce che il lavoro notturno “decorre dalle 12 ore successive all’inizio del turno del mattino” indicando un parametro di riferimento da assumere in relazione all'orario di ciascuna delle diverse attività aziendali, programmabili anche con orari "sfalsati", evitando, di conseguenza, che possa affermarsi una nozione di "notturno aziendale", valido per tutti gli operai a prescindere dall'inizio dell'attività lavorativa di ciascuno o di ciascun gruppo di essi;per la categoria impiegatizia e le categorie speciali il 7° comma dell'art. 7, disciplina speciale, parte terza, dispone che "si considera lavoro notturno quello compreso fra le ore 21 e le 6 del mattino".

Pertanto, come chiarito nella circolare del Ministero del Lavoro n. 13/2000, dovendo “prescindere dalla eventuale maggiorazione retributiva prevista dai contratti collettivi di categoria”, il periodo che le aziende metalmeccaniche devono considerare notturno è quello stabilito dall’art. 2, 1° comma, lett. a) del Decreto legislativo richiamato in oggetto pari a “sette ore consecutive comprendenti l’intervallo fra la mezzanotte e le cinque del mattino”.